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Pietraporzio
Da Pietraporzio a Ferrere di Argentera
Un itinerario toponomastico sulle tracce degli antichi mestieri
Mappa interattiva
Inizio percorso
Fine percorso
Toponimi
Borgata
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Istruzioni percorso
- Difficoltà: E [Escursionisti]
- Località di partenza:
- Quota di partenza: 1244 m
- Quota massima: 1826 m
- Dislivello salita totale: + 613 m
- Lunghezza percorso: 5 km
- Tempi percorrenza: 2 h
- Periodo consigliato: aprile-ottobre (salvo innevamento)
- Strutture di ristorazione: Il covo della pecora - fraz. Pontebernardo (Pietraporzio); L’oste d’Oc - Piazza Mario Bertone 2, Pietraporzio.
- Strutture di pernottamento: Affittacamere La Barmo - Via Longa 9, fraz. Pontebernardo (Pietraporzio); Affittacamere L'Abrì - Via Francia 3, fraz. Pontebernardo (Pietraporzio); Albergo Regina delle Alpi (***) - Via Nazionale 3, Pietraporzio.
- Cartografia supplementare: Fraternali 1:25.000, n. 13 Alta Valle Stura di Demonte; Fraternali 1:50.000, n. 50-3 Val Maira – Val Grana – Valle Stura – Valle Gesso; IGC 1:25.000, n. 112 Valle Stura, Vinadio, Argentera: Bersezio - S. Anna di Vinadio - Bagni di Vinadio - St. Etienne de Tinée; IGC 1:50.000, n. 7 Valli Maira, Grana e Stura: Acceglio - Castelmagno - Colle della Maddalena - Demonte - Dronero - Pradleves - Prazzo - St.Etienne de Tinée – Vinadio
Allegati
Descrizione percorso
Lasciato il ponte alle spalle, proseguire sulla destra lungo la strada asfaltata; al terzo tornante prendere la strada sterrata che taglia dritto sulla destra. Superata la condotta forzata dell’acqua, si entra in un piccolo pianoro, Couo Chabrìor, dove venivano portate a pascolare le capre; sulla sinistra del sentiero si apre una trouno, un piccolo ricovero per pastori o animali caratteristico della zona e ancora in ottimo stato di conservazione. Sull’altro versante della Stura (l'(e-)Sturo in patois) è ben visibile da questo punto una chiesetta: è la Chapeléto, cappella dedicata all’Assunta e circondata da un omonimo prato adibito alla raccolta del fieno.
Proseguendo verso Poumbarnart, il sentiero continua dritto, stretto fra la Sturo a destra e una riva boscosa a sinistra: la riva è detta les Fràchos, ovvero gli appezzamenti di terra oggi incolti e ricoperti da alberi, ma un tempo coltivati a cereali. Dal momento in cui iniziano a vedersi le prime case di Poumbarnard la strada si biforca e il sentiero prosegue sulla destra in direzione di un ponte su lou Riou dou Valoun de Poumbarnart, il Rio di Pontebernardo, recentemente ricostruito. Prima del ponte troviamo due terreni che legano il loro nome alle attività artigianali praticate sul posto: sulla sinistra lou Telìor dove sorgeva anticamente un telaio e sulla destra lou Paroour, ‘il paratoio’ per la lavorazione della canapa e della lana, del quale ancora oggi rimangono alcune tracce delle fondamenta. Se si scende verso la Sturo, sulla riva opposta del fiume, nei pressi del parcheggio posto sulla sinistra della S.S. 21, troviamo lou Canoun, uno spiazzo dove venne installato nel 1938 (e smantellato poi intorno al 1943) un grosso cannone da 380mm puntato contro la Francia che sparò però un solo colpo, di prova, probabilmente nel Vallone del Puriac: si ricorda che lo spostamento d’aria provocato dal colpo spaccò tutti i vetri delle finestre delle abitazioni di Poumbarnard. Poco a monte del Canoun troviamo lou Pouont Vìoi, il ponte vecchio che venne rinforzato per poter far transitare il cannone del quale si è già parlato e lou Moulin dove sorgeva il mulino di Poumbarnard, distrutto durante la terribile alluvione del giugno 1957.
Passato il Riou de Poumbarnard, ci si trova sulla strada statale che andrà attraversata per entrare in Poumbarnard. Prima dell’attraversamento si può incontrare un pannello esplicativo che mostra i nomi originali delle strade e delle case del piccolo paesino; sulla destra troviamo invece lou Pra Réount, “il prato rotondo”, un prato di forma circolare, oggi sparito perché ricoperto dall’area di parcheggio camper. Per entrare in paese si costeggia, sulla sinistra, una riva erbosa: è la Couloumbo, un prato un tempo coltivato, mentre sulla destra troviamo una serie di orti: li Granjoun.
Il primo tratto del percorso termina in centro a Poumbarnard, dove possiamo trovare la settecentesca (ma già documentata nel 1386) chiesa dell’Assunta con il suo bellissimo campanile, eretto nel 1744 e riportante la data 1771, anno in cui venne abbattuto il campanile antico, danneggiato dal dal passaggio dell’esercito francese, e l’Ecomuseo della Pastorizia, dedicato all’attività principale dell’alta Valle Stura e al suo animale simbolo: la pecora sambucana.
Dal centro di Poumbarnard risalire la Calatà dal Fourn fino a raggiungere di nuovo la strada statale; una volta attraversata, imboccare il sentiero sterrato P62 con le indicazioni per li Murèns. La palina riporta anche una curiosa conchiglia gialla: è il simbolo del Cammino di Santiago de Compostela; segni come questi indicano la strada verso il noto santuario e se ne possono trovare in giro per tutta Europa, anche in Valle Stura.
Imboccato il sentiero, si entra in una riva erbosa chiamata lou Counhét per la sua forma triangolare. Passato lou Counhét, il terreno presenta tracce di antichi terrazzamenti ormai scomparsi (causa anche l’avanzamento del bosco) indispensabili per poter coltivare con queste pendenze: gli appezzamenti prendono i nomi di li Travèrs, les Bàros e les Barétos e indicano tutti i tagli dei terrazzamenti paralleli al terreno. Sulla sinistra del sentiero il terreno ha una sorta di depressione, un avvallamento, chiamato a monte les Sànhos e a valle la Sanhéto a causa della forte presenza di acqua che bagna copiosamente l’area. Sempre legati all’acqua sono li Goutai, “le gocce” (anche se ad oggi il termine goutài, più antico, è stato quasi del tutto soppiantato, a Poumbarnard, da estìso), un punto dove il sentiero entra in un’area boschiva e dove, sulla destra, a monte, scorre un piccolo rivo d’acqua che cade a gocce su rocce ricoperte di muschio, rendendo umido il terreno.
Usciti dall’area boschiva, il terreno cambia leggermente d’aspetto, facendosi più pietroso e con erba più rasa: siamo entrati nel terreno chiamato les Roumiìeros, un nome probabilmente legato alla natura dell’erba e al ruminare delle pecore. Dalle Roumiéros il sentiero sale fino alla Crous che segnala l’ingresso nell’abitato dei Mouréns.
la Crous è una grande croce in legno che dà il benvenuto in paese e dalla quale si gode di una bellissima visuale su tutta l’alta Valle Stura: a nord spicca la parete delle Baricádos, sovrastata dall'alpeggio della Mountanhéto, mentre sullo sfondo compaiono la Rejoun d'Ano (italianizzato in Monte Giordano) e lou Couol de Servanh, entrambi sul territorio comunale di Argentera e il Couol dou Valounét, che dal Comune di Pietraporzio scende verso quello di Sambuco. Verso il fondovalle, nel Comune di Sambuco, spicca la Rouocho Biancho, anche conosciuta come Bersaio perché utilizzata come bersaglio durante le esercitazioni militare fino agli anni Cinquanta del Novecento. Sempre nel Comune di Sambuco, ancora sulla sinistra orografica della Stura, possiamo scorgere la cima chiamata Aoutés (nel Comune di Sambuco), sulla destra orografica, invece, il Bèc de Brancho Courto. A sud-est, di nuovo nel Comune di Pietraporzio, troviamo Mountevacho, mentre la cima a sud più vicina a chi guarda è la Pouncho de l'Ubac. Verso sud si apre il Valoun de Poumbarnard e sulla sinistra orografica dell'omonimo rio che lo attraversa troviamo una grossa parete rocciosa chiamata Punìor italianizzata in Panieris.
Lasciate alle spalle le case dei Mouréns continuare sull’ampia strada sterrata (segnalata sempre come percorso P62) attraversando l’area prativa chiamata les Foùnzos. Raggiunta la Coumbo de Brouocho (dal soprannome di una famiglia dei Mouréns chiamata, appunto, Brouocho), un avvallamento naturale del terreno a monte delle Founsos, il sentiero inizia a salire verso sinistra nel bosco di larici; dopo poche centinaia di metri dall’inizio della salita, si può facilmente intravedere una grossa pietraia sulla sinistra del sentiero chiamata les Pèiros di Coùotre. Il percorso procede tutto all’ombra di un monte che ad Argentera non ha un nome, ma che a Poumbarnard è chiamato lou Quioutas. L’antecima del Quioutas, non visibile a Pietraporzio (e quindi senza un nome preciso), ad Argentera (dove invece è ben individuabile) è chiamata l’Aouto de Bàrel: il nome, con l’avvento delle cartine geografiche militari, venne esteso anche alla cima vera e propria facendo così dimenticare il nome corretto de lou Quioutas.
Il sentiero diminuisce la sua pendenza quando si raggiunge un pianoro boscoso, lou Quiot de la Loubìero, con una storia particolare: se si seguono le paline con le indicazioni si può raggiungere un antico muro di difesa eretto nel 1742 dall’Ingegner Bertola, il più importante ingegnere militare del Regno di Sardegna, alla corte di Carlo Emanuele III. Il muro, che doveva contenere un probabile passaggio dell’esercito francese, è ancora oggi ben visibile e ben individuabile: alto non più di un metro, percorre quasi tutta la lunghezza del Quiot de la Loubiéro e colpisce per il suo ottimo stato di conservazione. La fortificazione vide pochi anni dopo la sua costruzione, nel 1744, la calata dell’esercito Gallo-Ispanico guidato dal Principe di Conti, che scese durante l’estate ad assediare Cuneo. Grazie alla strenua difesa dei cuneesi l’assedio non andò a buon fine e i 45.000 soldati di Luigi XV dovettero ritornare in Francia passando di nuovo per la Valle Stura.
Poco dopo lou Quiot del la Loubièro si incontra un canalone che scende a valle verso nord. Questo canalone ha due nomi: per gli abitanti di Pontebernardo la Partio, per gli abitanti di Argentera les Partàias; esso segna il confine fra i due comuni e di conseguenza la fine della prima parte del nostro itinerario.
testo di Francesco Dematteis e Stefano Martini
Bibliografia
- AA.VV., Tra Marittime e Cozie, Andra Parodi Editore, Cogoleto, 2014.
- AA.VV., Valle Stura, +Eventi, Cuneo, 2019.
- J. C. Campana, Sci alpinismo nelle Alpi Liguri, Marittime e Alpes de Provençe, Blu Edizioni, Torino, 2014.
- J. C. Campana, Sci alpinismo dal Colle della Maddalena al Monviso, Blu Edizioni, Torino, 2015 (I edizione 2001).
- F. Chiaretta, Andar per laghi: 56 passeggiate e 196 laghi dalle Marittime al Gran Paradiso, Blu Editore, Torino, 2018.
- P. G. Corino, Valle Stura Fortificata, Melli, Borgone Susa, 1997.
- G. M. Gazzola, A la Pouaia: segni religiosi ad Argentera, Bersezio e Ferrere, Primalpe, Cuneo, 1994.
- C. A. Mattio, I più bei sentieri della Provincia di Cuneo: 68 escursioni in montagna, Blu Editore, Torino, 2009.
- C. A. Mattio, Passeggiate nelle Valli Cuneesi: 54 itinerari per tutti, Blu Editore, Torino, 2012.
- A. Parodi, Vette e vie normali, Andrea Parodi Editore, Cogoleto, 2018.
- F. Rovere, Ferìiros, Primalpe, Cuneo, 1997.