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Ostana
Ai Ciampetti di Ostana
Passeggiare guardando le jaline quë pittën le stéle (le galline che becchettano le stelle)
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Inizio percorso
Fine percorso
Toponimi
Borgata
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Istruzioni percorso
- Difficoltà: T [Turisti]
- Località di partenza: lou Founç de Vòoute (980 m, Ostana, CN)
- Quota di partenza: 980 m
- Quota massima: 1235 m
- Dislivello salita totale: + 255 m
- Lunghezza percorso: 2 km
- Periodo consigliato: marzo-novembre
- Strutture di pernottamento e di ristorazione: B&B 44 Ostana - località La Villa; Rifugio La Galaberna - località La Villa, 18/A; Locanda I Faunet - località La Villa, 54; Agriturismo A Nostro Mizoun - località Durandin, 39
Inizio del percorso: Ostana è raggiungibile in auto percorrendo l’autostrada A6 Torino-Savona (uscita Marene). Da qui si prosegue su strada provinciale (SP 662) fino a Savigliano e Saluzzo, poi procede in direzione di Revello, Sanfront e Paesana. In alternativa si può scegliere di percorrere l’autostrada A55 Torino-Pinerolo fino a Pinerolo, seguendo poi le indicazioni per Bagnolo Piemonte (SP 157), Barge (SP 27) e Paesana (SP 27). L’inizio del percorso si trova lungo la strada provinciale SP 26, prima di giungere alla località Bivio.
Allegati
Descrizione percorso
"Vouziàoutri 'd la Ruà istò isǜ ënt le jaline pittën le stéle". (Voialtri della Ruà state lassù dove le galline becchettano le stelle)
"E vouziàoutri di Champét sè sémpre a l'oumbro". (E voialtri dei Champét siete sempre all'ombra)
i Champét rapprensentano la frazione più a valle del territorio di Ostana (Oustano), composta da una quindicina di insediamenti sparsi, un tempo abitati tutto l'anno, indicati con il termine di acò "proprietà di", a cui segue un antroponimo che rimanda al cognome o al soprannome della famiglia proprietaria. La ristrutturazione degli edifici, via via abbandonati, ha avuto luogo a partire dagli anni Sessanta, con variazioni d'uso o passaggi di proprietà. Attualmente la frazione è abitata stabilmente da due coppie di pensionati, una originaria di Ostana, l'altra del Torinese. Gli abitanti aumentano considerevolmente nella stagione estiva e nei periodi di vacanza con l'arrivo dei villeggianti che aprono le loro seconde case. I nuclei più discosti, di piccole dimensioni, sono abbandonati ormai da molti decenni e in gran parte ridotti a rudere.
Convenzionalmente l'area di pertinenza dei Champét, è compresa fra il corso del 'grande fiume', lou Po, a sud, lou Pis, a ovest, e lou Coumbal di Lirou a est. A monte la linea di confine corre, per consuetudine, da le Bouisounà a Barmo Féro. Osservati dalla zona di San Jacou di Oncino, i Champét appaiono oggi come una macchia diseguale grigio-verde (i colori dei pochi prati rimasti, sfruttati per lo più come pascolo ovino, e delle lose dei tetti ristrutturati). Ben diversa era l'immagine della frazione fino agli anni del secondo dopoguerra: campi con colture a rotazione, prati su quali venivano praticati da due a tre tagli di fieno e il bosco relegato alle fasce più impervie e meno produttive. Meli, peri e persino le viti erano diffusi ovunque.
La passeggiata verso i Champét ha inzio da lou Founç de Vòoute, nel punto in cui il sentiero, le Vòoute, si snoda dalla strada provinciale Paesana-Crissolo, la Vio dal Po, risalendo la base di un accentuato pendio interamente boscato, con numerose rocce affioranti. Alcuni muretti a secco sono tuttora visibili tra le roverelle e i noccioli. La Vio de Vòoute disegna poco più a monte alcuni tornanti, i Vir de Vòoute, percorsi dagli Ostanesi di un tempo che si recavano a piedi al mercato di Paesana o alle altre borgate vicine, ma anche più lontano: una croce in ferro riportante la data «2 febbraio 1937» ricorda il decesso improvviso di un padre ostanese di ritorno dalla Val Pellice dove si era recato per portare dei generi alimentari alla figlia, impiegata in una fabbrica tessile. In prossimità dell'ultimo tornante si dirama la Vio dë Rocho Scharvo che conduce in una zona caratterizzata da rupi e pareti rocciose sulle quali, da alcuni decenni, si cimentano gli appassionati di arrampicata sportiva. Superata la Rocho da Rëbëngo, si raggiunge l'insediamento di Acò dar Lonc, nella sua parte più a monte, dove si trova anche un fontana con abbeveratoio, la Fountano di Lonc. L'area più a monte, un tempo prativa, è chiamata le Fountanëtte: qui giungeva l'acqua della Bialìëro de Roucharé, ingegnosa opera di canalizzazione che captava l'acqua dal Coumbal di Lirou. Lasciata la Vio de Vòoute, che prosegue con il nome di la Vio d'Acò dar Lonc, si imbocca la strada carrozzabile, che in breve giunge in prossimità di Acò di Vicari. Risalendo a destra è possibile osservare la grossa borgata di Acò di Frézio, nome che le deriva dal cognome Flesia diffuso tra i suoi abitanti. Tradizione vuole che il capostipite, un certo Fresia, fosse giunto qui nel Settecento. Oggi la borgata è abitata da due coniugi ostanesi; di essa fa parte anche Acò dë Parjano, un edificio di grandi dimensioni, caratterizzato da un tetto a falda unica, eretto alla base di un roccione. A monte si erge Barmo Pioulhouzo, "balma pidocchiosa", un fabbricato costituito da due vani sovrapposti costruito sotto una roccia che funge da tetto. Proseguendo si giunge a lou Bric, una modesta altura su cui si trova un piccolo insediamento con case la maggior parte ristrutturate, alcune in rovina. Pregevole la fontana con vasca in pietra: le spesse lastre sono state trasportate qui dalla Louzìëro, luogo di estrazione. Lasciato il Bric, il percorso raggiunge la Madono di Champét, la cappella ricostruita nel 1822 sulle fondamenta di una più antica. La denominazione ufficiale è Madonna della Visitazione ed è al centro d festeggiamenti che si tengono la prima domenica di maggio e, in forma più solenne, la terza di luglio, quando la statua della Madonna viene portata in processione seguita dai prioù "priori", e scortata da quattro uomini armati di vecchi fucili a baionetta. Il toponimo la Madono si estende a indicare anche gli edifici vicini alla cappella, uno dei quali, oggi demolito, era provvisto di un forno privato, che poteva essere usato dagli abitanti della borgata che lasciavano ai proprietari, a mo' di compenso, una forma di pane. A sud-ovest della cappella si trovano le case de l'Oùërme, "l'olmo", essenza arborea un tempo diffusa nella zona circostante. Alcuni esemplari ombreggiavano il tratto iniziale dell'antica strada comunale che da qui scende ad Acò di Frézio, dove in passato gli abitanti della borgata erano soliti sostare, intrattenendosi in chiacchiere.
La strada procede ora in piano, attraversando un'area ancora pascoliva, e dopo un breve tratto si può osservare, al margine, lou Pouç di Riou, in disuso. Oltrepassato il rio, lou Coumbal di Riou, si giunge ad Acò di Riou, insediamento così chiamato dal cognome prevalente degli abitanti. A monte un appezzamento e l'abitazione limitrofa sono noti con il nome di Co dal Rè, nome di famiglia localmente estinto. A valle della strada, in un complesso di fabbricati accorpati e restaurati, risiede la seconda e ultima coppia di abitanti stabili. Proseguendo si incontra Acò di Manhin, "proprietà degli stagnai", dal mestiere tradizionale dei suoi antichi abitanti, e più discosto Acò dal Mér, anche chiamato la Casino "la cascina" per la sua tipologia costruttiva a corte chiusa con portone d'accesso al cortile interno. Secondo la tradizione qui risiedeva il sindaco di Ostana che a metà dell'Ottocento fece costruire il palazzo comunale (lou mére in grapiet, il gergo di Ostana, indica il sindaco). Raggiunto il tornante, si lascia la carrozzabile per imboccare la Vio dal Piloun (de Bouisounà). Dopo qualche metro si può osservare, sulla destra, la Barmo dë Sèt Cune e più a monte il pilone votivo che ha dato il nome al sentiero, lou Piloun de Bouisounà. La zona circostante, ampia, ripida e boscosa è denominata le Bouisounà dalla presenza fitta di piante di nocciolo, i cui frutti venivano raccolti per ricavare l'olio. A monte del Piloun de Bouisounà il sentiero assume il nome di la Vio de Bouisounà e dopo un breve tratto si innesta nella strada carrozzabile che raggiunge lou Pont dal Pis, che segna il termine del territorio dei Champét e anche dell'escursione proposta. Del vecchio ponte ad arco in pietra rimane ben poco, seminascosto dalla vegetazione boscosa. A monte l'acqua del Pis scorre in un letto roccioso, assai disomogeneo, mentre a valle l'acqua scivola su un roccione piatto e levigato formando uno spettacolare salto. A poche centinaia di metri si intravedono le prime case della Villo, il capoluogo di Ostana.
testo di Oreste Lorenzati
Bibliografia
- Associazione Culturale i Rënèis, Ostana eredità viva, Quaderni di Ostana, 3, 1999.
- ATLANTE TOPONOMASTICO DEL PIEMONTE MONTANO, Ostana, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 1998.
- G. Boggia - P. Boggia, La Valle Po, Cuneo, L'Arciere, 1993, pp. 88-96.
- Consorzio B.I.M., La valle Po e le colline saluzzesi, Sanfront, Bacino Imbrifero Montano del Po, 1975, pp. 82-84.
- L. Dematteis, Case contadine nelle Valli Occitane in Italia, Quaderni di cultura alpina, Ivrea, Priuli & Verlucca Editori, 1983.
- A. Faure, Guide des noms de lieux des Hautes Alpes, Institut d'Etudes Occitanes des Alpes et de Haute-Provence et Parc National des Ecrins, Gap, 1988.
- C. Isaia, Per val di Po e val di Varaita, Torino, Libreria L. Beuf, 1874.