Percorsi
Riva Valdobbia
Da Rabernando a Peccia
Una passeggiata etnografica in Val Vogna
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Borgata
Percorsi
Istruzioni percorso
- Difficoltà: E [Escursionisti]
- Località di partenza: borgata Sant'Antonio (1380 m, Riva Valdobbia, VC)
- Quota di partenza: 1380 m
- Quota massima: 1550 m
- Dislivello salita totale: + 170 m
- Lunghezza percorso: 4 km
- Tempi percorrenza: 2 h
- Periodo consigliato: maggio-novembre (salvo innevamento)
- Strutture di ristorazione e/o di pernottamento: B&B Tre Alberi Liberi - Via Nicolao Sottile, 7; Mirtillo Rosso Family Hotel - Via della Barriera, 8; Pietre Gemelle Resort - Via Pietre Gemelle; Baita Prato della Croce - Peccia (Riva Valdobbia); Rifugio Abate Carestia - Alpe Pile (Riva Valdobbia); Rifugio Valle Vogna - Sant'Antonio (Riva Valdobbia); Azienda Agrituristica Alpe Larecchio - Alpe Larecchio (Riva Valdobbia)
- Cartografia supplementare: foglio 30 IV N.O. (Macugnaga), 30 IV N.E. (Bannio), 30 IV S.O. (Rima S. Giuseppe), 30 IV S.E. (Fobello) della Carta d'Italia alla scala 1:25000 dell'Istituto Geografico Militare (IGM); Carta Kompass (foglio 88, Monte Rosa) e ICG (foglio 10, Monte Rosa Alagna e Macugnaga), alla scala 1:50000; Carta Tecnica Regionale (n. 72050, scala 1:10000); carta allegata alla Guida degli itinerari escursionistici della Valsesia - CAI Varallo, 1992, in scala 1: 25000; carta escursionistica allegata alla Guida del Parco - 1999, in scala 1: 25000; carta digitale realizzata dalla sezione CAI di Varallo in collaborazione con Geo4Map, scala 1: 25000 - tracce in formato GPS e KMZ (http:// www.caivarallo.it)
Descrizione percorso
L'itinerario ha inizio dal villaggio di Sant'Antonio (1381 m), frazione del Comune di Riva Valdobbia, dove termina la strada carrozzabile asfaltata (chiusa al traffico in agosto e nei fine settimana di luglio e settembre: in queste date si lascia l’auto nel parcheggio di Ca’ di Janzo). Dalla piazzetta, su cui affacciano la chiesa dedicata al santo e l’edificio dell’antica casa del cappellano che fino agli anni Ottanta ha ospitato le scuole elementari - ora trattoria e posto tappa della Grande Traversata delle Alpi (GTA) - si imbocca la mulattiera che risale il pendio tra le case (a destra si noti il piccolo edificio del forno frazionale). Si sale tra prati e boschetti attraversando 'l Crös Tóno fino a portarsi su un ripido pendio che si rimonta grazie a una scalinata selciata: in alto si staglia la prima casa di Rabarnard (1453 m). Il sentiero contorna la Ca Pitta e poco oltre 'l Furn e i Turbéit, lasciando a sinistra la Ca dal Faré. Il sentiero continua ripido a risalire il pendio della montagna, lascia a sinistra la diramazione per la Ca Nòva e si porta a un bivio. A destra si può proseguire per il villaggio di Ca Vescovo, mentre a sinistra si entra nella parte più a monte di Rabarnard che si presenta con una parata di case tutte molto ben tenute con le lobbie esposte verso valle. Si transita così sotto i porticati di la Ca 'd Giacumin, la Ca 'd Pain (che ospita il museo etnografico walser) e la Ca 'd Riòlo raggiungendo uno slargo. Qui una diramazione a destra porta al retro delle case appena passate toccando sulla sinistra la Ca 'd Perél e la Ca 'd l'Urs e raggiungendo la cappella dedicata della Santissima Trinità, datata sul colmo «1643». Dal bivio sottostante invece, proseguendo diritti e lasciata a destra la fontana, si trova a sinistra la Ca 'd Valentin e a destra la Ca d'Anna. Oltre questa, lasciando a sinistra la Fuzgina (ora ridotta a rudere, ma un tempo attiva nella produzione di macinini da caffè e di serrature), il sentiero esce dal villaggio e attraversa ripidi prati da sfalcio, dapprima 'l Pra di Cruzai, poi la Müia Gránda, percorsa da due ruscelletti che scendono da 'l Muiét (si cammmina su beole) e infine 'l Pra dal Vént. Si raggiunge così un piccolo poggio, la Pianèlla Büzgiarda, dal quale si scende in una stretta valletta incisa da un torrentello, 'l Crös Grant che si attraversa su roccia. Risalito l’altro versante in corrispondenza di 'l Pra dal Vësc-cu, si attraversa 'l Crös 'd la Funtana du Sasc, quindi si valica il ruscelletto chiamato 'l Crös dau S'lot (detto anche Crözal) in un’ultima valletta prima di salire al poggio erboso e panoramico di au S'lot ove sorge l’omonima baita e ove termina il territorio della frazione Rabarnard.
Dal poggio si cammina in piano, attraversando un bosco di larici e quindi un bosco misto di latifoglie con vari ciliegi e aceri e scendendo poi alla frazione Cambiaveto (Cambiavéi), a 1499 m di quota. Attraversato il piccolo nucleo abitato si entra in un vallone che separa la frazione Cambiaveto da quella di Piane di Sopra. Attraversato il torrente (il vallone è spesso battuto da poderose valanghe negli inverni molto nevosi) si risale l’opposto versante portandosi al pianoro ove sorge la frazione Piane di Sopra (Piane).
Ai piedi di un prato rigoglioso si avvia il sentiero (Sentiero dell’Arte del Cai di Varallo) che, passando a valle delle case della frazione, si dirige verso sud-ovest con andamento pianeggiante. Attraversando vari prati (si possono notare diversi appezzamenti un tempo coltivati, distinguibili per il classico rigonfiamento della terra) e muraglie di sassi effetto dello spietramento dei prati stessi, si giunge a superare una piccola incisione nella quale scorre nelle giornate molto piovose 'l Crös Sciüć. Qui inizia il territorio della Péccia, meta dell’itinerario. Il sentiero, selciato e protetto a monte da muretti a secco, transita al margine dei prati di la Töf fino ad arrivare alla valletta di 'l Crös dal Grabo. Risalito l’altro versante, si attraversa 'l Pra di Aigre e quindi si taglia il fianco di un’antica morena, i Rivéit, fino a fiancheggiare 'l Sambüch, 'l Pra 'd la Crusc e il masso con incisa una croce e le lettere «CCCM» presso la Cazgéra, prima baita di la Pëccia (1449 m). Sfiorata a destra la Capèlla 'd San Niculà, la mulattiera, a tratti selciata, passa nelle le Strëćće, tra gli orti e 'l Bandaral, grande edificio in legno del Seicento. Proseguendo in salita si raggiunge la Piassa su cui si affaccia una fontana. Il tracciato giunge poi a un bivio. Si continua a destra imboccando una bella mulattiera in salita, a gradoni selciati, contornata a sinistra da un muretto a secco che la separa da 'l Pra dal Pèrtighe. Salendo si domina, a sinistra, un imponente edificio in legno del Seicento (1674), la Ca 'd Guzán, e si raggiunge la Ǵéza 'd San Gra (1529 m), davanti a cui è stato attrezzato un tavolo per pic-nic. Si continua in piano, avendo sulla sinistra le acque ribollenti del torrente chiamato la Vògna, poi si passa a monte di un ripido dirupo, i Rüzéi, e di un esteso prato, un tempo sfalciato, 'l Pra Pendént. Si prosegue in piano fino ad arrivare a un ponte ad arco in pietra, 'l Pònt 'd Napuleun, a cavallo del corso d'acqua chiamato 'l Pisciòn 'd la Muntà. Qui si trova un altro tavolo per pic-nic; nei pressi si nota un alto muro in pietra in località la Rèssiga e a destra sul pendio della montagna i ruderi di un edificio, nella località chiamata la Riva 'd la Fuzgina.
testo di Piero Carlesi
Bibliografia
- R. Fantoni, La Val Vogna (Alta Valsesia). Un insediamento multietnico tardomedievale sul versante meridionale del Monte Rosa, in «Augusta», 2008, pp. 57–62.
- E. Neubronner, La valle nera. Genti del Piemonte: un approccio, traduzione di A. Cocito, Magenta, Zeisciu Centro Studi,1999.
- E. Rizzi, Valle Vogna, in Storia dei Walser dell'Ovest: Vallese, Piemonte, Cantone Ticino, Valle d'Aosta, Savoia, Oberland Bernese, Anzola d'Ossola, Fondazione Enrico Monti, 2004, pp. 117–122.